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Il nome Facussa, derivante dall'arabo "faguss", significa cetriolo. Questa biodiversità originaria di Tabarca in Tunisia, venne importata nell’isola di San Pietro intorno al 1738. Dove, attualmente, viene largamente coltivata e consumata. E’ inoltre ben conosciuta e apprezzata anche nell’isola di Sant’Antioco e nel Sulcis.
Una specie dalle origini antichissime in Sardegna. Furono i sardo-punici ad incrementarne l’allevamento con finalità agricole e di trasporto. Alcune teorie farebbero risalire le sue origini al neolitico, altre gli attribuiscono provenienza africana.
Il cavallino della Giara viene oggi considerato un “fossile vivente” e per tale ragione è oggetto di studio e di interesse scientifico in tutta Europa. Vede il suo nome legato indissolubilmente all’omonimo altopiano basaltico nel quale vive.
La cultivar Stacca di Bonnanaro è ritenuta dall’Agenzia Agris “Accessione interessante per la produttività elevata e per le buone caratteristiche organolettiche dei frutti”. Gli anziani testimoni bonnanaresi ricordano che esistevano diverse qualità di ciliegie tradizionali in paese, più o meno grandi, più o meno precoci, colorate e dolci o acidule. Nella seconda metà del secolo nel 1986 S. Dettori e D. Mura concentrano la propria analisi sulla cosiddetta Comune di Bonnanaro evidenziando che si tratta di una popolazione, caratterizzata da piante rustiche e di medio vigore con frutto piccolo, tenerino, acidulo, particolarmente gradevole. Questa ciliegia viene riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Sardegna (Art. 8 DL 173/98; Art 2. DM 350/99).
La Pompìa ha un fortissimo legame storico con il territorio di coltivazione in quanto deve la sua sopravvivenza al fatto che abbia trovato un utilizzo nella preparazione dei dolci canditi più tradizionali di Siniscola, noti come “Sa Pompìa intrea” e “S’Aranzata”.
Fruttifero originario dell’Ogliastra in particolare del territorio Ussàssai, nel quale già dal 1800 è stata documentata la presenza. Viene segnalata la presenza anche nei comuni di Villanova Strisaili, Villagrande Strisaili, Fonni e altri paesi limitrofi. Il nome Trempa Orrùbia, in sardo significa “guancia rossa” in riferimento al caratteristico colore rosso che assume la porzione dell’epicarpo esposta al sole.
La “Pira de Bau”, prende il nome dall’omonima località “Bau”, in agro di Arbus. Venne introdotta a Gonnosfanadiga dai numerosi contadini del paese che, all’inizio del secolo scorso, trovarono occupazione nelle vaste coltivazioni frutticole, vitivinicole ed orticole create dall’amministrazione mineraria dell’epoca per sostentare i centri minerari limitrofi. Oggi la “Pira de Bau” è uno dei 214 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Sardegna, insieme ad altre cultivar di pero. La presenza di numerosi esemplari vetusti, diffusi nell’agro di Gonnosfanadiga ne testimoniano l’esistenza nel territorio dai primi decenni del ventesimo secolo.
Il detto “la biodiversità la salvi se la mangi” prende corpo e gambe con l’azione sinergica dei Comitati per la tutela della Biodiversità di Orgosolo e Gavoi e delle rispettive amministrazioni comunali che con il loro esempio forniscono un modello virtuoso per contrastare l’erosione genetica, in questo caso otto interessanti di varietà di fagiolo localmente riconosciute col nome di Melinedda, Trighina, Avisedda bianca, Rubia, Grigia e Pinta o Iscritta a Gavoi, Ruviu Barantinu e Horru 'e hapra a Orgosolo. Clicca per i dettagli.
L’incontro è organizzato dal comune di Carloforte, capofila del comitato promotore della costituenda Comunità di tutela della Sardegna Sud-occidentale in collaborazione con il comune di Musei e l’Agenzia Laore Sardegna.
Il Comitato Biodiversità di Austis, in collaborazione con l’Agenzia di ricerca Agris, ha condotto un’accurata indagine scientifica sul germoplasma locale di nocciole, facendo emergere un'ampia variabilità genetica e individuando dieci varietà di Nughedda che ora vengono iscritte al Repertorio Biodiversità