Altopiano della Giara, cavallo della Giara. Esemplari allo stato brado

Cavallo della Giara

Il cavallino della Giara viene oggi considerato un “fossile vivente” e per tale ragione è oggetto di studio e di interesse scientifico in tutta Europa. Vede il suo nome legato indissolubilmente all’omonimo altopiano basaltico nel quale vive.

Scheda della risorsa PDF

Regno: Animale

Famiglia: Equidae

Genere: Equus

Specie: Equus caballus

Area di origine: Altopiano della Giara

Attitudine: Lavoro ed equitazione da campagna

Di origine incerta forse asiatica e, secondo recenti ricerche, con influenze geniche nordafricane.

Il termine Giara o Jara, venne coniato dagli abitanti del luogo come giustificazione della diffusa pietrosità dell’altopiano basaltico che siestende per 4.500 ettari ad un altitudine di 500-600 metri sopra il livello del mare e caratterizzato da ripidi versanti che rendono difficili i collegamenti con i terreni vallivi e lo sconfinamento dei cavallini stessi.

Non è un pony, nonostante la bassa statura al garrese, ma un vero e proprio cavallo di dimensioni ridotte. L’ambiente ostile ed incontaminato della Giara ha, nel tempo, selezionato animali rustici, resistenti e nevrili, dal carattere fiero e indomito. Sino dagli anni ’50 questi cavalli venivano utilizzati per il lavoro agricolo nella trebbiatura per calpestio del frumento, ma negli anni ’60, soppiantati dalle macchine agricole, venivano macellati o impiegati per sella. Negli ultimi anni la macellazione è diminuita grazie all’azione degli allevatori e per l’intervento selettivo attuato dall’Agris Sardegna.

B1 Presenza/legame con il territorio
B1.1 Identificazione della risorsa
B1.2 Area geografica
B1.3 Risorsa presente nel Comune/Area geografica di origine o introdotta da altro territorio
B1.4 Tempo di presenza della risorsa in quel territorio
B1.5 Percezione dell'entità del legame della risorsa con il territorio
B2 Informazioni storiche, antropologiche, indagini e studi scientifici
B2.1 Disponibilità di documentazione storica/archivistica a supporto del legame della risorsa genetica con il territorio
B2.2 Bibliografia
B3 Conoscenze tradizionali associate
B3.1 Utilizzo alimentare della risorsa
B3.2 Utilizzo non alimentare della risorsa
B3.3 Ambito di processo
B3.4 Processo di lavorazione del prodotto
Selezionare metodo di conservazione:
Selezionare metodo di trasformazione:
B3.5 Tecniche di allevamento, di gestione e di riproduzione
B3.6 Principali ragioni di utilizzo di una risorsa genetica
B3.7 Impiego durante eventi culturali, religiosi, folkloristici etc.
B4 Trasmissione dei saperi relativi a coltivazione e uso della varietà
B4.1 Cenni storici (specificare)

Traccia:

  • Riferimento a riti e simboli nell'allevamento (lune, ricorrenze, ecc.), scambio di materiale genetico fra allevatori (ora e/o in passato), proverbi, favole, detti, storie legate alla cultura, nomi di prodotti derivati
  • Ricette (allegare, in formato digitale, le eventuali ricette alla sezione altri file, correlandola alla tipologia "file relazione storica")
  • Modalità di trasmissione dei saperi (scritta, orale etc.). Componenti della famiglia coinvolti nella trasmissione delle informazioni
  • Quali esperienze e quali soggetti sono stati fondamentali nell’apprendere i saperi relativi al bene? Chi ha trasmesso questi saperi? In quali occasioni?
  • A chi si stanno trasmettendo questi saperi? In quali occasioni? Sono stati introdotti cambiamenti rispetto ai saperi tradizionali?
B5 Note e commenti
B1.2 Area geografica
B1.3 Risorsa presente nel Comune/Area geografica di origine o introdotta da altro territorio
B1.4 Tempo di presenza
B1.5 Percezione dell'entità del legame della risorsa con il territorio
B2 Informazioni storiche, antropologiche, indagini e studi scientifici
B2.1 Disponibilità di documentazione storica/archivistica a supporto del legame della risorsa genetica con il territorio
B2.2 Bibliografia
B3 Conoscenze tradizionali associate
B3.1 Utilizzo alimentare della risorsa
B3.2 Utilizzo non alimentare della risorsa
B3.3 Ambito di processo
B3.4 Processo di lavorazione del prodotto
Selezionare metodo di conservazione:
Selezionare metodo di trasformazione:
B3.5 Principali ragioni di utilizzo di una risorsa genetica
B4 Trasmissione dei saperi relativi a coltivazione e uso della varietà
Cenni storici (specificare)

Traccia:

  • Riferimento a riti e simboli della coltivazione (lune, ricorrenze, ecc.), scambio di seme fra agricoltori (ora e/o in passato), proverbi, favole, detti, storie legate alla cultura, nomi di prodotti derivati
  • Ricette (allegare, in formato digitale, le eventuali ricette alla sezione altri file, correlandola alla tipologia "file relazione storica")
  • Modalità di trasmissione dei saperi (scritta, orale etc.). Componenti della famiglia coinvolti nella trasmissione delle informazioni
  • Quali esperienze e quali soggetti sono stati fondamentali nell’apprendere i saperi relativi al bene? Chi ha trasmesso questi saperi? In quali occasioni?
  • A chi si stanno trasmettendo questi saperi? In quali occasioni? Sono stati introdotti cambiamenti rispetto ai saperi tradizionali?
B5 Note e commenti

Link e documenti correlati

  • Mantello: baio, sauro, morello.
  • Testa: quadrata, mandibola forte e fronte con abbondante ciuffo.
  • Collo: forte con ricca criniera.
  • Spalla: un po’ dritta.
  • Garrese: poco pronunciato.
  • Dorso: lievemente depresso e disteso.
  • Lombi: leggermente lunghi.
  • Groppa: corta tendenzialmente spiovente.
  • Petto: sufficientemente muscoloso.
  • Torace: poco profondo.
  • Arti: tendenzialmente sottili ma forti.
  • Articolazioni: poco spesse ma forti e regolari.
  • Andature: energiche e sicure.
  • Appiombi: spesso poco regolari.
  • Piede: piccolo e forte.
  • Temperamento: nevrile.
  • Altre caratteristiche: rustico e frugale con forte attitudine ad ambientarsi in condizioni sfavorevoli.
  • Dati biometrici dei maschi a 30 mesi: altezza al garrese 125-135 cm, circonferenza torace 130 cm, circonferenza stinco 14 cm.
  • Dati biometrici delle femmine a 30 mesi: altezza al garrese 115-130 cm, circonferenza torace 120 cm, circonferenza stinco 14 cm
Informazioni risorsa
A1 Caratterizzazione morfologica
A2 Inquadramento agro-ambientale
A2.1 Identificazione sito

Luogo di conservazione

Modalità di conservazione In Situ/On Farm

Modalità di conservazione Ex Situ

 

A2.2 Conduttore dell'azienda

Attività agricola prevalente

A2.3 Ordinamento produttivo prevalente dell'azienda
A2.4 Caratteristiche luogo allevamento
A2.5 Rischio di erosione genetica o di estinzione
A2.6 Sistema allevamento
A2.7 Origine del materiale allevato

Origine riproduttori

Epoca di introduzione in azienda

Luogo dove è stato inizialmente reperito

A2.8 Consistenza
A2.9 Ruolo della risorsa in azienda
A2.10 Usi della risorsa

Destinazione

Ambito di processo

A2.11 Metodo di riproduzione
A2.12 Commercializzazione
A2.13 Rischio di perdita dell'accessione a giudizio del rilevatore
A2.14 Notizie su altre popolazioni o individui simili locali scomparsi
A3 Caratteri produttivi e riproduttivi

Fornire le sottostanti informazioni relative ai caratteri produttivi e riproduttivi della razza, in funzione della specie che si considera.
Caratteri produttivi
- per animali da latte: livelli produttivi di primipare e adulte per lattazione e durata lattazione, eventualmente % TG e TP per lattazione
- per animali da carne: peso a età tipiche (nascita, svezzamento o 30 gg, 90 gg, 6 mesi, 1 anno, peso medio alla macellazione
Caratteri riproduttivi
- stagionalità dell'estro: poliestro continuo o stagionale, periodo di anaestro
- età media al primo parto
- fertilità annua (intesa come rapporto percentuale tra il numero delle femmine partorite ed il numero delle femmine messe in riproduzione).
- prolificità (intesa come rapporto percentuale tra i nati ed il numero delle femmine partorite).
- fecondità annua (intesa come rapporto percentuale tra i nati ed il numero delle femmine messe in produzione).

A2 Inquadramento agro-ambientale

Luogo di conservazione

 
A2.1 Identificazione sito collezione
A2.2 Conduttore dell'azienda

Attività agricola prevalente

A2.3 Ordinamento produttivo prevalente dell'azienda
A2.4 Caratteristiche luogo di collezione
A2.5 Origine del materiale collezionato

Luogo dove è stata inizialmente reperita la risorsa

A2.6 Materiale ritrovato/collezionato

Tipo

Quantità

A2.7 Parti della pianta utilizzate

Selezionare almeno una voce

A2.8 Usi della pianta

Destinazione

ambito

A2.9 Metodo di propagazione
A2.10 Tipo di portainnesto
A2.11 Sistema colturale
A2.12 Gestione colturale

Avversità - tipo/diffusione

A2.13 Modalità di raccolta
A2.14 Metodi di conservazione e trattamento post-raccolta
A2.15 Commercializzazione
A2.16 Rischio perdita dell'accessione
A2.17 Notizie circa altre collezioni o varietà simili locali scomparse
A3 Caratterizzazione genetica e/o morfo-colorimetrica dei caratteri seminali e fruttiferi
A4 Caratterizzazione genetica

Non obbligatoria, se non su richiesta specifica della Commissione tecnico-scientifica

A4 Note e commenti
A5 Note e commenti

Link e documenti correlati

  • Mantello: diverso da baio, sauro, morello.
  • Occhi: occhio porcino.
  • Taglia: marcatamente diversa dallo standard.
  • Disarmonia generale del soggetto e tutte le anomalie di riconosciuta base ereditaria.

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